Tra i temi che mi hanno spinto a scendere in campo e candidarmi al Comune di Roma sicuramente l’aspetto turistico è uno di quelli che mi stanno più a cuore.
In questo periodo così particolare e duro per l’umanità in generale Roma, la città più bella del Mondo, ha sofferto, e soffre ancora il blocco degli spostamenti che hanno impedito gli arrivi di turisti italiani ma ancor di più internazionali.
La situazione della pandemia mondiale è solo la punta dell’iceberg di un settore turistico che presenta problematiche in diversi ambiti del sistema ricettivo.
Questi sono i punti su cui voglio focalizzare il mio impegno politico per quanto riguarda questo settore:
– Competitività. Riallineamento alla media Europea di imposte e tasse comunali con particolare attenzione al contributo di soggiorno che vede al momento per una camera doppia in Hotel 4 stelle a Roma €12 al giorno contro i €5,40 di Parigi, i €2,20 di Barcellona, il 5% di Berlino e non presente a Londra. Tale contributo influenza negativamente i prezzi pubblicati online e, ancora peggio, i prezzi concordati contrattualmente con i tour operator (quindi anche per i gruppi degli anni futuri).
– Abusivismo. Il “Far West” che si è creato lasciando fuori controllo tutta un’attività extra-alberghiera resta sotto gli occhi di tutti con la desertificazione del centro storico, la sensibile diminuzione dei residenti e con la conseguente sparizione dei negozi tipici di vicinanza. Sottraendo importanti fette di mercato all’Hotellerie con la diminuzione o mancata crescita dell’offerta alberghiera e la conseguente mancata offerta di posti di lavoro in regola e ben retribuiti. Tematica che penalizza anche la formazione di tutti i ragazzi che pur frequentando la scuola alberghiera si vedono negata la possibilità di accedere a posti di lavoro strutturati degni della loro preparazione e professionalità, caratteristiche richieste da un turismo di qualità, rendendo vano lo sforzo formativo.
Resta quindi fuori dal sistema un circuito virtuoso di buona imprenditoria, di importanti investimenti, di qualità del lavoro, di formazione e competenza.
A Roma, a differenza delle altri città turistiche europee, vede l’offerta alberghiera secondaria rispetto a quella extra-alberghiera in cui rientrano B&B ed affittacamere. Tra questi, si registrano troppi di abusivismo che vanno combattuti in tutti i modi, in modo da preservare sia il settore alberghiero che l’extra-alberghiero legale.
– Segmenti di mercato. Va considerato che il mercato online non rappresenta la totalità dei sistemi di prenotazione attualmente utilizzati, ma che oltre il 40% dei flussi turistici (turismo organizzato) vengono prenotati attraverso agenzie di viaggio, tour operator, eventi e convegnistica, banqueting, corporate, ed è quindi su questo segmento che è necessario sviluppare la costruzione “di un prodotto appetibile”. È determinante l’equilibrio dato da buoni servizi di sicurezza, mobilità, decoro, offerta culturale e ludica tale da poter offrire pacchetti d’interesse con il coinvolgimento di tutta la filiera e poterli promuovere sui vari mercati. Parte attiva deve essere quella delle amministrazioni anche in collaborazione con privati per la realizzazione di un calendario di eventi indispensabili a dar vita alla città ed a richiamare sia quei turisti che troverebbero un motivo in più per visitare per la prima volta Roma che nuove motivazioni per il ritorno a visitare la città.
– La filiera. Nell’opera di riforma del settore, per l’ottenimento del miglior equilibrio di “prodotto – promozione – pubblicità – competitività” è sostanziale il coinvolgimento di tutta la filiera che, se ben orchestrata, può dare una formidabile spinta allo sviluppo. Dalle agenzie di viaggio, le guide turistiche, i bus taxi ed NCC, l’enogastronomia, lo shopping, il museale, la convegnistica, le fiere… ecc ecc. Un mondo prezioso che va valorizzato e messo a disposizione dei visitatori per creare atmosfere indimenticabili che siano anche nuove positive referenze per la città.